Replying to Le dimensioni contano?

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  1. Posted 4/6/2014, 14:41

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    Premessa: probabilmente quello che scriverò in questo articolo risulterà per molti di voi qualcosa di scontato. Per molti altri invece no.

    Ma andiamo con ordine…

    11 Maggio: superando gli ostacoli causati dalla stupidità dei commessi GameStop della mia città (questa ve la spiego alla fine…), riesco a recuperare la mia copia in Deluxe Edition di Child of Light. Inutile dire che ha fatto la polvere per 2 settimane buone prima che avessi tempo per giocarci.

    27 Maggio: apparentemente un giorno come gli altri. In realtà no: è il DayOne di Watch Dogs. Prima di scendere per andare a lavoro mi affaccio alla finestra, ma per fortuna non vedo giubilei per strada. Meglio…
    Chi ci segue sulla nostra pagina di Facebook sa che nessuno di noi 3 Admin ha comprato questo titolo. Alla scontata domanda “E PERCHÉ?!” urlato a mo’ di zio Vernon in bestia, rispondiamo con un discreto: ci passa per il culo.
    Tempo 3 giorni e possiamo recuperare dalla rete, da parte di recensori e utenti, un parere più meno univoco: un gioco sicuramente ben costruito (del resto dietro c’è mamma Ubisoft), ma non il grande titolo da tutti troppo atteso, con la presenza di errori e una qualità tecnica che smorzano l’originalità del concept.

    Poco dopo il lancio si può infatti leggere dei vari problemi riscontrati da molti nel gioco: bug con la pala, problemi con il motore fisico, un sistema di guida di merda ecc ecc.
    Nulla di nuovo. Un classico. E comunque tutto questo non ferma Watch Dogs da divenire il gioco più venduto in tutta la storia Ubisoft al DayOne con ben 4 milioni di copie vendute in solo 7 giorni.

    Ubisoft ringrazia voi tutti per i nuovi milioni di miliardi in tasca.

    Ora, non starò di certo qui a parlare di Watch Dogs, piuttosto, dopo questa interessante promessa , vi pongo la domanda che ha dato origine a questo articolo: secondo voi è meglio UN GIOCO GRANDE ma con qualche errore, o un gioco PIU’ PICCOLO ma senza?

    Watch Dogs è solo l’ultimo dei videogames che arriva da noi praticamente fallato o, in altri casi, parlando di altri giochi, addirittura incompleto. È una storia ormai divenuta comune quella di comprare un titolo al lancio e ritrovarsi con un videogioco ricco di diversi problemi che vengono poi, si spera, risolti con patch o fix o quel che sia.
    ”Beh” direte voi ”Ma è normale! E poi, appunto, tanto risolvono tutti con qualche patch!”.
    Ed il problema è propri questo: il fatto che ormai noi reputiamo NORMALE comprare qualcosa che sappiamo fin dall’inizio ci darà quasi sicuramente dei problemi, risulterà mal funzionante o comunque con degli errori, e poi dover aspettare che vengano sistemati. Risulta NORMALE spendere 70 euro al lancio di un gioco e poi ritrovarsi come con Watch Dogs, un po’ delusi per la qualità che non rispecchia le attese caricatissime (ma questa è un’altra storia…) e un po’ per via di tutti i problemi verso cui possiamo andare incontro.

    E se addirittura questi problemi arrivano a rovinare la nostra prima giocata? Li tutti pronti ad incazzarci ed andare a spalare merda su FB contro le software house. Bravi. Che eroi! Marx sarebbe fiero…

    Watch Dogs è solo uno dei tanti titoli che si è visto protagonista di cose del genere, facendo una lista di alcuni titoli possiamo trovare: Assassin’s Creed III, che all’inizio dava problemi con bug nei combattimenti, punti di svolta che una volta raggiunti non facevano partire gli eventi programmati, in seguito altre cose simili le abbiam viste con Assassin’s Creed IV, o Uncharted, The Last of Us, Batman: Arkham Origins, qualcuno ricorderà il problema dei salvataggi che si cancellavano, Battlefield 4, da molti criticato per i bug, i vari capitoli di Fifa che ogni anno danno qualche rogna o anche Skyrim. E altri ancora…

    Ma qual è il problema? Tutti questi giochi, se ci pensate, hanno ad accumunarli il fatto di essere particolarmente grandi, titoli che hanno dietro team di sviluppo di diversi uomini e donne, in alcuni casi anche centinaia, che lavorano in più studi diversi in tutto il mondo. Ed è qui che allora mi sorge spontanea un’altra domanda: e se il problema fosse semplicemente che al momento non siamo in grado di fornire delle esperienze di gioco così grandi come le immaginiamo senza intaccarne la qualità?
    È logico: più roba c’è, più il mondo è grande, più cose devo mettere insieme, maggiore è la possibilità che escano fuori degli errori e alla fine, un errore qua, uno la, uno così, una colà, il gioco viene si grande ma la qualità ne risente in qualche modo.

    Perché, se in fondo penso a giochi come ad esempio proprio Child of Light, questi problemi non li riscontro. Child of Light è un gioco modesto, piccolo, semplice… ma fatto davvero bene. Dalle ambientazioni, ai personaggi, alla storia, alle musiche, agli effetti, ogni cosa è curata nel dettaglio fornendo un piccolo capolavoro che è stato apprezzato dalla critica mondiale. Del resto dove è scritto che un gioco per essere UN BUON GIOCO deve essere per forza enorme?
    Per tutta la lunghezza delle oltre dieci ore alle quali ci ho giocato non ho riscontato il ben che minimo problema, né un bug o un errore, né un rallentamento o un accavallamento di suoni, non un’imperfezione nelle texture neanche a pagarle. Il motivo del perché è ovvio: Child of Light è un gioco piccolo, ma ben curato. Non potrà mai vantare un successo di vendite come Watch Dogs, ma neanche mai vedrete tante foto in giro per la rete in cui si denotano decine di bug come per lui.

    Insomma, non sarebbe meglio invece che concentrarsi su PROGETTI ENORMI, cercare magari di ridurli ma fornire un gioco di qualità superiore? O comunque sia, se proprio vogliamo sviluppare titoli di così immensa portata, non sarebbe il caso di lavorarci prima MOOOOOOLTO più a lungo per ridurre al massimo gli intoppi ed evitare inutili lamentele dopo da parte dell’utenza? Migliorare quindi la qualità di ciò che si fa e fornire di conseguenza un’esperienza migliore agli altri?

    La risposta a tutto questo risulta facile: ovvio che si…
    Il problema però, come spesso accade, è che siamo stronzi, e pur sapendo bene queste cose continuiamo a comprare i giochi al DayOne . Perché quindi gli altri dovrebbero farsi un problema? Loro i soldi in tasca li mettono comunque.

    Grazie al cazzo a noi tutti. Ci becchiamo al prossimo articolo delle Rovine. Il buon Bacca tornerà presto con qualche altra cosa.

    <another Story…
    Per quanto riguarda Child of Light: ero andato Martedì 6 al GameStop della mia città per recuperare il gioco. Come ho detto volevo la Deluxe Edition da poter esporre in camera. Entro e vedo che c’è uno dei due commessi che conosco e gli chiedo del gioco. Mi fa che purtroppo al momento ne aveva solo una copia ed era prenotata. Allora gli chiedo se nel caso arrivassero delle altre. Lui controlla e mi fa che si, e anzi, guarda che culo le aveva proprio li a terra e doveva caricarle. Così, facendo un mezzo inciarmo, mi prende la copia prenotata e poi avrebbe caricato quella a terra. Entra nella stanza dietro al bancone, torna con la copia e mentre la posa sul bancone vedo che apre la scatola senza che gli avessi chiesto un cazzo. Io rimango zitto davanti a questo gesto sacrilego. Caccia tutto fuori con la cosa che ”Ah ecco! No volevo vedere come era fatto il portachiavi a forma di Igniculus, sai…”. Dato che mi aveva comunque fatto la cortesia di avermi preso una copia prenotata sto zitto, fino a che non noto che nell’aprire la scatola me l’ha rotta. Allora li glielo faccio notare spiegandogli che volevo la copia integra perché la volevo esporre…
    Lui alla fine se la riprende ma non mi vuole dare la copia a terra e tanto meno ma la fa bloccare con un acconto, evidentemente innervosito dalla sua brillante gaffe. Pezzo di merda.

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