1. Spegnere il cervello
    Che ogni tanto ci vuole anche questo...

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    Il significato della vita...



    Il bello di quel che faccio quale pseudo-writer a tempo perso di un Blog che tratta di Manga, Anime e Videogames è che non so mai quando mi possa venire la cosa per poter scrivere un articolo. “La cosa”, poi, sarebbe un’idea, un’ispirazione, un argomento che le mie viscere sentono il bisogno di rigettarvi addosso, un impulso che, non vi nascondo, mi fa sentire molto come quelle dodicenni “No uà, aMMore! Ma questo fatto lo devi troooooppo sapere pure te!” con ovvia posa stile ragazza di colore del ghetto che-qui-me-la-comando-io.

    Dire che in questi giorni la vita mi ha preso a calci in culo è un eufemismo, ma ve ne sarete resi conto che sulla Pagina di FB non mi son praticamente fatto vedere mai lasciando i poveri Lone e Lux tutti soli soletti.
    Chiedo venia, non vogliatemene.
    Il punto è che in questi giorni, anche videoludicamente parlando, non son riuscito a concludere niente. Stressato com’ero figuratevi se potevo applicarmi mai a giocare a qualcosa, poi per come son fatto io che mi lamento di ogni cosa. Il punto è che la voglia, il bisogno di videogiocare ci stava… e allora cosa fare? Fortuna vuole che ci stavano gli sconti di Pasqua sul PSN.
    Curioso un po’ ed eccotelo li, proprio quello che faceva per me: Metal Gear Rising: Revengeance.
    Bellino, stupido al punto giusto, viulento… spegni il cervello e tanti saluti.

    Parliamoci chiaro: vi piaccia o meno, Metal Gear Rising è un gioco cretino. Trovateci tutti i sensi buoni che volete alla parola cretino ed applicateli al caso in questione. Un Cyborg Ninja ultra tecnologico uberpowa che va in giro in scenari chiusi affelleando (termine coniato apposta) qualsiasi cosa o cristo si trovi davanti, con scritte jappo che appaiono sullo schermo toghiiiissime e “OHGESU’CRISTO! Ma hai visto che ha fatto!? No dico, MA HAI VISTO!?!??!? per tutto il tempo.

    Giocare a Rising non richiede il ben che minimo sforzo mentale, né nel gameplay e tanto meno nel seguire la trama che anche nelle scene più cool finirà sempre in secondo piano rispetto al contatore del numero di parti in cui abbiamo tagliato qualcuno/qualcosa.

    Rising, insomma, può essere paragonato a quei film di serie B che mettiamo su con la sola cosa di spegnere il cervello per quell’oretta – oretta e mezza. Ma in termini videoludici, vi dirò, Rising mi ha ricordato moltissimo la mia breve esperienza ON-Line a COD:Ghosts a casa di un mio compare.
    È vero, giocar a giochi come Rising probabilmente non ispirerà un cazzo di niente rispetto a ben altri titoli di categoria uguale, ma il suo lo fa benissimo, o meglio mettere il videogiocatore nella condizione di non star a giocare a niente, in effetti, ma riuscendo ad intrattenerlo. Esattamente come quei milioni di giocatori che ogni giorno non fanno altro che girare in tondo nelle Mappe On-Line di COD a spararsi addosso e venire sparati. Che senso ha? Nessuno… però tieni azzeccati alla console, ti gasa, sfoghi e sti gran cazzi.

    In fondo, nel mondo videoludico c’è bisogno anche di questo.

    Rising non è di certo il gioco da comprare e giocare e 70 e probabilmente manco da dargli qualche premio in particolare, ma giocandoci mi sono sentito vicinissimo ad una categoria di giocatori, e giochi, che forse per un pregiudizio molto stupido non ho mai voluto sperimentare in modo adeguato.

    Che il Bacca ora finisca per comprare una copia di COD? Chissà… staremo a vedere.
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